La casella PEC deve essere costantemente monitorata
Il corretto funzionamento della propria casella postale certificata è sempre a carico del titolare della casella PEC, anche in caso di anomalie o di altre situazioni relative alla casella stessa.
In merito a questo problema si è pronunciata anche la Corte di Cassazione, che, con la sentenza 7 luglio 2016, n. 13917, rigetta il ricorso di una società fallita che eccepiva il mancato perfezionamento della notificazione dell’avviso di convocazione all’udienza nella quale il Tribunale aveva dichiarato il fallimento della società stessa.
La parte ricorrente sosteneva che la mancata notifica del messaggio PEC era stata provocata da un cattivo funzionamento della casella di di posta elettronica certificata.
Nel caso specifico si parlava di virus informatici.
La Corte di appello di Milano eccepiva la cattiva manutenzione della casella di posta elettronica certificata, visto che nella casella stessa erano presenti oltre 1.500 messaggi in classificati come “posta indesiderata”, in aggiunta ad altre numerose e-mail contrassegnate dal sistema come “spam”.
Questa quantità enorme di messaggi non letti avrebbero dimostrato, oltre alla cattiva o assente manutenzione, anche un completo e costante disinteresse della società stessa, sia della casella PEC sia al controllo del suo corretto funzionamento.
In sintesi, per il titolare della casella è da considerarsi normale diligenza:
- verificare in modo costante tutti i messaggi ricevuti nella casella PEC, anche se classificati come indesiderati o spam
- dotarsi di adeguati sistemi anti-intrusione e di protezione di password
- assicurarsi del corretto funzionamento della propria casella postale certificata, anche delegando persone esperte del ramo