Vecchi buoni fruttiferi postali: rischio di non incasso
Alcuni buoni fruttiferi postali hanno una scadenza, dopo la quale diventa impossibile incassarli. Altri, invece, non hanno una data di scadenza specifica, e la prescrizione scatta dal momento del ritrovamento. Recentemente, sono emerse diverse storie di fortunati ritrovamenti di vecchi buoni postali che hanno portato a ingenti somme di denaro.
Una donna di 70 anni di Aversa ha trovato due vecchi buoni postali fruttiferi del 1942, del valore di 1.000 lire ciascuno, che sono stati stimati a un valore sorprendente di 85.350 euro, grazie a interessi legali, rivalutazione e capitalizzazione. In un’altra storia, una pensionata di 72 anni ha scoperto quattro buoni postali fruttiferi che, dopo la stima, si sono rivelati valere complessivamente 145.350 euro. Addirittura, una signora delle pulizie ha trovato un buono postale fruttifero del valore di 50 milioni di lire, emesso nel 1986, che dopo la stima è risultato valere quasi 489mila euro.
Questi casi hanno in comune la disattenzione di coloro che non conservano adeguatamente le risorse familiari e la fortuna di chi effettua il ritrovamento. Tuttavia, è importante notare che presentarsi presso Poste Italiane con l’aiuto di un consulente e il supporto di un avvocato o di un’associazione dei consumatori può favorire il recupero di rimborsi più alti. In alcuni casi, l’Associazione Giustitalia è intervenuta per assistere i beneficiari.
Per quanto riguarda i buoni fruttiferi postali, ci sono diverse tipologie e la normativa è stata rivista di recente dal Decreto Rilancio. È fondamentale prestare attenzione alle eventuali modifiche apportate da Poste, che possono avere effetto retroattivo. Per quanto riguarda i tempi di prescrizione, esistono buoni con una data specifica e altri senza data. I buoni con data si considerano prescritti dopo 10 anni dalla data indicata, mentre per quelli senza data, la prescrizione inizia 10 anni dal momento del ritrovamento.
Sia il titolare del buono che gli eredi possono richiedere il rimborso, che sarà maggiorato di interessi e rivalutazioni monetarie. Tuttavia, è importante incassare il buono entro il termine di prescrizione di 10 anni. Sorprendentemente, la prescrizione inizia non dalla data di emissione, ma dal momento in cui
il titolare o un erede ritrova il buono. Tuttavia, il momento del ritrovamento può diventare oggetto di controversie legali, poiché richiede una prova supportata da testimoni.
In caso di multipli eredi, non è necessario che tutti partecipino alla richiesta di rimborso. È sufficiente che uno dei eredi si presenti e successivamente restituisca la sua parte agli altri.
In conclusione, è importante prestare attenzione ai vecchi buoni fruttiferi postali e alle loro scadenze. I ritrovamenti fortunati possono portare a ingenti somme di denaro, ma è fondamentale incassare i buoni entro il termine di prescrizione di 10 anni. Inoltre, rivolgersi a un consulente e ottenere l’assistenza di un avvocato o di un’associazione dei consumatori può favorire il recupero di rimborsi più alti.